domenica 10 maggio 2020

L'odore di mamma

"Gli sembrò per un attimo di sentire ancora l'odore di mamma, quello che accarezza e consola fin quando lo puoi sentire, e che ti lascia smarrito quando invece svanisce". (da 'La città senza rughe').


mercoledì 6 maggio 2020

La città senza rughe è tra noi

Un giorno speciale. Oggi ho finalmente abbracciato la mia nuova creatura: il romanzo "La città senza rughe". E ho scritto le dediche a tutti coloro che hanno prenotato in anteprima il libro! 
Grazie di cuore a tutti voi.


sabato 2 maggio 2020

Pandemia

E quando la tragedia sfumerà in oblio
mi spoglierò dei panni da pagliaccio 
- il mio sberleffo a questa lunga pandemia - 
e porterò fiori a chi ci ha detto addio 
senza poterlo dire, senza un abbraccio

Andrà bene, ma quel tutto ormai stona

Non so se capita anche a voi, ma quando arriva la notte il mio ottimismo si scolora nel buio. Allora cerco di pensare ai giorni felici, come se fossero un anestetico. O forse perché, quando non vedi luce lungo il cammino, è naturale voltarsi indietro per riuscire a orientarsi. Stasera mi rendo conto che lo slogan a cui ci siamo aggrappati non ha più senso: non andrà tutto bene, c'è quel "tutto" che stona. Troppe vite si sono spezzate. Andrà bene per chi resisterà, per chi - fra qualche anno - avrà solo un brutto ricordo di questi giorni d'angoscia. Però nel cuore resta comunque accesa una piccola luce: la speranza che il mondo sarà migliore, quando l'incubo finirà.

Ignaz Semmelweis

Si chiamava Ignaz Semmelweis, era un medico ungherese. Nel 1847 riuscì a fermare la diffusione di un'infezione nel reparto di maternità di un ospedale di Vienna, dimostrando che (involontariamente) i medici potevano essere essi stessi dei diffusori di un’infezione terribile e letale: la febbre puerperale. Ovviamente le sue teorie furono osteggiate dal mondo medico, che rifiutava di ammettere che i medici potessero essere degli "untori". Gli attacchi della comunità scientifica divennero sempre più violenti e Semmelweis finì in un manicomio. Dopo oltre 170 anni la storia in qualche modo si è ripetuta: le autorità per troppi giorni non hanno capito che bisognava proteggere innanzitutto i medici per arginare la diffusione del virus. Ma cosa proponeva Semmelweis? Una cosa molto semplice e tuttavia rivoluzionaria per quell'epoca: lavarsi bene le mani.

Mascherina

Mascherina obbligatoria per tutti. Un minuto di silenzio per chi si è rifatto le labbra.

Coltiva la libertà

Non lasciatevi accecare dalla fede, politica o religiosa che sia. Non lasciatevi ingannare dal temporaneo stato di restrizione di questi mesi. Non lasciatevi suggestionare dalle mode del momento. Non lasciatevi ingabbiare da chi vuole cambiarvi con la scusa dell’amore. La libertà è innanzitutto uno stato mentale. La libertà più importante, quella da coltivare ogni giorno, è già dentro di noi.

Il 25 aprile (al tempo del covid)

Io rispetto le distanze di sicurezza: a 2 metri dai positivi e a 75 anni dai fascisti

Il covidiota

Dopo due mesi penso di aver capito chi è il covidiota. Il covidiota pensa ancora che questo virus sia un semplice raffreddore, sposa tutte le tesi complottiste più assurde, nega l’aumento dei morti, segue noti siti spacciatori di bufale ed esperti da strapazzo. Il covidiota ha solo certezze, tratta con disprezzo chi si batte per il diritto alla salute e difende strenuamente le dinamiche del capitalismo. Il covidiota non argomenta, polemizza. Non si confronta, insulta. E per curarsi fa un pensierino ai suggerimenti di Trump...