domenica 7 dicembre 2008

Sfuggenti

Ci sono giorni sfuggenti e giorni che sembrano sfuggire via di mano, come una persona a te cara che muore, che sta morendo, che cerca di morire. Ho pianto lacrime di rabbia e disperazione, nella mia vita, di gioia e liberazione. E sempre le ho asciugate, quelle lacrime, usando i giorni come fossero kleenex. Oggi ho pianto lacrime impotenti, e ancora non riesco ad asciugarle, sebbene la paura sia passata, sebbene l'impotenza sia svanita.
Ho respirato una paura troppo grande, ho trattenuto il fiato. Mi sento ancora in uno stato di asfissia.

2 commenti:

Unknown ha detto...

momenti così non si possono purtroppo evitare, però secondo la mia piccola esperienza recitare il daimoku dà senza alcun dubbio una mano a sopportare il dolore e supportare chi ami

Belfagor ha detto...

Rori, soltanto tu riesci con mano e animo di sensibile artista, a dipingere in poche frasi dei sentimenti, dei momenti così dolorosamente intensi. Tu dai voce a qualcosa di ineffabile, a qualcosa che si è vissuto, che si è provato senza riuscire ad esprimerlo...Tu sì, sei riuscito a dire, sei riuscito a dar voce...

Giorni così, in cui tutto appare sospeso, sospeso il respiro, sospese le lagrime, sospeso il gelo che avvolge, tutto sospeso in un'angoscia , in un terrore annichilente, sono giorni che lasciano, nel passare un torpore nella carne dell'anima, come se quella carne, ferita, si anestetizzasse per cicatrizzarsi. Ma passano, quei giorni, e le cicatrici, come le rughe, sono i segni di una vita vissuta con l'intensità sensibile dei sentimenti. Solo chi non vive, solo chi scivola attraverso la vita come una foglia morta sulla corrente, non avrà mai né rughe, né cicatrici...