lunedì 22 novembre 2010

Roma, la città del troppo

Roma sembra una città troppo ostile, quando cominci a viverci. Troppo estesa, troppo affascinante, troppo popolosa. Troppo trafficata e affaticata. Una “città del troppo”, che all’apparenza sembra respingerti con la sua maestosità. La difficoltà oggettiva di spostarsi e frequentarsi non aiuta chi cerca di prendere confidenza con l’eterna. Che si vada al lavoro o semplicemente a casa di un amico, al cinema o alla presentazione di un libro, quasi sempre bisogna affrontare un viaggio. È necessario mettere in conto un’ora d’auto, oppure di mezzi pubblici, qualsiasi cosa si abbia intenzione di fare.
Una città respingente: ecco quello che ho pensato il primo anno che ho vissuto qui. Una città che ha in sé il rischio di sublimare il vizio, perché offre alibi ai ritardatari, agli indolenti, ai furbi, agli scansafatiche. Un buco nero in cui è facile perdersi, risucchiati dall’anonimato, dall’essere troppo poco in questo troppo eccessivo.
Ma se si ha la forza di superare il primo anno, Roma non è più quello che appare. Durante il corso di sopravvivenza, si impara a gestire il tempo. A capire le priorità. A scansare i cortei e ad ammirare vie nuove. A immaginarsi possibilità, artistiche e lavorative, che altrove ti vengono negate.
Quel troppo che storpia, soprattutto se si è in possesso di una marcia in più, diventa occasione. Diventa un ulteriore che assomiglia all’orizzonte che si allarga. L’opportunità non è più opportunismo e perdersi è facoltà di ritrovarsi. Allo stesso modo, l’eterna non è più l’indistinta megalopoli in cui annientarsi di anonimato, ma un insieme di quartieri che hanno un cuore pulsante e un’identità molto forte. La massa non è altro che somma di umanità e di mille anime, convivenza di mille culture, abbraccio di mille vite e mille stili differenti.
È così che Roma, all’improvviso, ti appare finalmente per quello che è: una città accogliente, che accarezza senza asfissiare. Stimolante nell’insegnarti a superare disagi e difficoltà, a uscire dal tuo guscio anonimo se hai qualcosa da dire, da fare e da dare.
Chi ama troppo non ama abbastanza, diceva un vecchio adagio. E anche di Roma, “la città del troppo”, ti sembra di non averne mai abbastanza. Perché l’eterna non finisce, perché l'eterna non ti basta mai.

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